La voce che suona Alta formazione con Anna Luana Tallarita

Per cantanti e professionisti della voce

Dopo aver pubblicato il nuovo libro sul canto e la voce IL SUONO DELLA VOCE di avvia l’Alta formazione a numero chiuso in presenza a Roma Milano Gioia Tauro e on line.

Sono pochi gli allievi scelti dopo un provino gratuito che la docente decide di seguire.

Date le altre attività che la vedono direttore e presidente ( EJ Ecam PCAPolitical ).

Per chi si approccia al canto per la prima volta e cerca lo studio di una tecnica vocale completa. Canto tecnica vocalità solfeggio teoria musicale storia del jazz e della musica.

Per i professionisti che vogliono migliorare la performance. Che vogliono affrontare nuovi repertori.

Il linguaggio preferenziale sarà poi quello jazz. E del suo repertorio.

Inoltre si farà un percorso personale che guardi non solo alla tecnica vocale ma anche al proprio corpo inteso come strumento e all’incontro del proprio percorso interiore ed emotivo. Dualità che si completa nell’esecuzione e nella performance canora.

Programma del corso:

Respirazione; Esercizi per la corretta respirazione e l’emissione de suono; Percezione del proprio corpo primo strumento musicale; Studio delle tecniche vocali; Scale arpeggi; Improvvisazione ed esercizi utili a questaIntroduzione al Jazz; Storia del jazz; Genere e stile Storia del repertorio jazz; Repertorio jazz; Preparazione di un brano Organizzazione del repertorio Solfeggio e teoria musicale; Pianoforte per cantanti .

Al termine del corso sarà rilasciato, un Attestato di Frequenza

Per info e iscrizioni contattare la segreteria di EJ:

Scrivendo a: corsodicanto@ejecam.it

chiamando lo +39 327.776.41.05 o inviando un WA o SMS Jazz Singer, Vocal Coach

I libri di Anna Luana Tallarita

La voce che suona

Tecnica improvvisazione e Jazz

Un manuale per chi vuole studiare la voce e come suonarla, conoscendo l’apparato fonatorio e le tecniche canore. I rudimenti della teoria della musica, in particolare per i neofiti, la storia del jazz e il suo linguaggio. La voce come strumento da suonare, linguaggio del corpo che comunica attraverso il suono. Perché suonare la voce, è una funzione complessa, del corpo e della mente. La seconda parte del libro si apre al linguaggio jazz, all’improvvisazione legata allo sciamanesimo, e racconta di due grandi figure quali Coltrane e Parker. E poi Jelly Roll Morton e il primo disco jazz con la ODJB. L’esempio di analisi dello standard All the Things You Are e la storia del brano. Infine un appendice con gli atti del convegno sul suonare la voce, svoltosi a Lugano.

https://www.aracneeditrice.eu/it/pubblicazioni/la-voce-che-suona-anna-luana-tallarita-9791221801538.html

Il potere della voce

Il libro analizza con sapienza ed esperienza il tema del potere della voce nelle sue complesse e articolate implicazioni. Dalle origini storico–sociali alla comunicazione contemporanea, passando per i rapporti con la religione e con i linguaggi non verbali, la prima parte dell’opera tratteggia il ruolo della voce nell’evoluzione umana. Nella seconda parte, di natura manualistica, l’autrice offre teorie, esercizi e nozioni per un corretto utilizzo dell’apparato vocale.

http://www.aracneeditrice.it/index.php/pubblicazione.html?item=9788825529616

JAZZITALIA APRE UNA NUOVA RUBRICA DI ANNA LUANA TALLARITA

Di EJ ECAMJAZZITUDE

Sul sito di JAZZITALIA

si inaugura una nuova rubrica sul CANTO E LA VOCE dell’artista antropologa ANNA LUANA TALLARITA

JAZZ SINGER DOCENTE VOCAL COACH SCRITTRICE ci ha da sempre abituato ad una produzione teorica e di ricerca oltre che alle performance canore in un percorso di ricerca costante della storia antropologia ed etnomusicologia, in particolare suo suono vocale e il corpo.

IL SUONO DELLA VOCE

ECCO IL LINK:

http://www.jazzitalia.net/lezioni/annaluanatallarita/indiceannaluanatallarita.asp#.Yjtgz-fMJPY

“in cui viaggeremo entro i meandri di un complesso strumento”. Si legge.

La voce e il suo potere, dallo strumento vocale passando per la parola e la comunicazione, sino allo strumento voce che genera il suono.

Io sono Anna Luana Tallarita, cantante jazz, autrice, performance, antropologa e scrittrice.

Appassionata e curiosa, delle tematiche legate al potere ed agli strumenti che il potere utilizza per manifestare se stesso, cioè la volontà di azione, che sta alla base di ogni singola azione umana.

Si perchè l’essere umano, ha come idea primaria, quella di dare una manifestazione tangibile, della sua esistenza. E lo fa, creando.

E tutto ciò che crea, è una manifestazione soggettiva della sua volontà di esistere. Questi appuntamenti sulla voce, e il suo utilizzo, prendono spunto anche da un libro che ho scritto “IL POTERE DELLA VOCE”, per un uso consapevole dello strumento vocale, nel quale presento lo strumento vocale e il potere della comunicazione sotto multiformi aspetti. Sì perchè la voce è uno strumento, davvero complesso, strumento fisico, ma anche simbolico, o meglio, utile alla trasmissione di segni, che sottendono dei simboli, che richiamano alla cultura e alla società a cui si appartiene o ad altre società di riferimento.

Attraverso la parola, noi siamo capaci di costruire realtà, e dare forma ai pensieri. E il passo dalla parola alla voce cantata, è molto breve. Pertanto vi racconterò di questo mondo ampio e colorato di ricche sfumature.

Lezione 1: Il suono della voce: che cos’è la voce  new

http://www.jazzitalia.net/lezioni/annaluanatallarita/alt_Lezione1.asp#.YjtgxefMJPY

“Il lavoro di Anna Luana Tallarita analizza con sapienza ed esperienza il tema del potere della voce nelle sue complesse e articolate implicazioni e permette a me di presentare in proposito due casi etnografici di diverse situazioni performativi, distanti nello spazio e nella cultura che li esprimono, per poi ragionare come il corpo e la voce giochi tra loro con rimandi reciproci in entrambi i casi.”

Massimo Squillacciotti, Antropologo.

LE SIGNIFICAZIONI DEL ROSSO

Di Anna Luana Tallarita

LE SIGNIFICAZIONI DEL ROSSO
Di Anna Luana Tallarita Dr.
Utad/Iade/Grupo De Geociancias

La femminilità è fortemente connessa alla simbologia del rosso, in quanto colore legato alla fertilità e al sangue che si versa per la vita per il concepimento e non per la morte. Simbolo legato al mondo femminile, si pensi alle tante eroine delle fiabe da Rosamunda a Biancaneve, dalla Bella Addormentata a Cappuccetto Rosso tutte hanno come simbolo il colore rosso. Il rosso-simbolo del fuoco dello Spirito Santo inspira altresì il sapere e infonde la conoscenza sugli Apostoli, il colore del fuoco è simbolo della conoscenza, si pensi al mito di Promētheús che porta il fuoco agli uomini e alla mela dell’albero della conoscenza nell’Eden che è rossa come rosso è il Dio della Genesi denominato: Signore del Fuoco. Il rosso è legato alla guerra perché è il colore che il metallo assume quando è posto nella fornace, infatti la scelta di identificare con il nome di Marte il pianeta dal colore rosso è dovuto agli ossidi di ferro prevalenti sulla sua superficie.

Parole Chiave
Femminilità Rosso Simbolo Conoscenza

Abstract

Femininity is strongly linked to the symbolism of red as a color tied to fertility and blood that is poured into life for conception and not for death.Symbol to the feminine world, one thinks of the many heroines of Rosamunda’s fairy tales in Snow White, from the Lovely Sleeping to Little Red Riding Hood, all have the red color symbol.The red symbol of the fire of the Holy Spirit also inspiresand infuses knowledge of the Apostles, the color of fire is a symbol of knowledge, think of the myth of Promētheús that brings the fire to the men and the apple of the tree of knowledge in ‘Eden that is red as red is the God of Genesis called: Lord of Fire. Red is linked to war because it is the color that metal takes when it is placed in the furnace, in fact the choice to identify with the name of Mars the red-colored planet is due to iron oxides prevalent on its surface

Keys Words
Femininity Red Symbol Knowledge

anna luana tallarita singer actor (139)

Il femmineo e il rosso
Il rosso è legato alla guerra perché è il colore che il metallo assume quando è posto nella fornace, infatti la scelta di identificare con il nome di Marte il pianeta dal colore rosso è dovuto agli ossidi di ferro prevalenti sulla sua superficie. Nel simbolismo alchemico una delle fasi del processo alchemico è del colore rosso: la rubedo, così chiamata per le alte temperature durante questo raggiunte. Rappresenta lo zolfo e con il colore bianco che simboleggia il mercurio forma una coppia di opposti la cui unione viene denominata: nozze alchemiche . Nei miti inerenti la creazione del mondo il rosso è presente ad esempio nella Genesi dove l’individuo è plasmato con argilla rossa (Gen.1, 26;2,7), infatti Adamo significa del suolo, terra rossastra: Adamah con la radice semitica ‘DM essere rosso. I miti si susseguono per epoche storiche e culture diverse assumendo le connotazioni vitali e mortali di questo colore-archetipo. La simbologia si sussegue tramandata nei miti di ogni angolo dove l’umanità sia presente, per quello che riguarda il colore e in particolare il rosso. Nel mito mesopotamico di Tiamat la dea si fa tagliare la testa perchè il sangue possa rendere fertile la terra per la creazioni degli animali. Nella teogonia di Esiodo dal sangue rosso nacquero i giganti, entro una simbologia dove il versamento del sangue è concepito solo attraverso azioni rituali. La femminilità è fortemente connessa alla simbologia del rosso, in quanto colore legato alla fertilità e al sangue che si versa per la vita per il concepimento e non per la morte. Fino al XIX sec. l’abito da sposa era rosso , dove il rosso femminile è simbolo della caverna, dell’utero. Rosso è il garofano simbolo di Diana dea della caccia, che amata da un giovane pastore prima lo seduce e poi lo abbandona alla disperazione e dalle cui lacrime nacquero dei fiori appunto i garofani caratterizzati da un aroma speziato e sensuale. Anche la tradizione cristiana collega alle lacrime di Maria ai piedi della Croce la nascita dei garofani rossi. Nei miti irlandesi è legata al simbolo dell’acqua rossa la banshee , leggendaria creatura dagli occhi sempre rossi per via delle continue lacrime. Si nota come il rosso sia molto legato al mondo femminile, si pensi alle tante eroine delle fiabe da Rosamunda a Biancaneve, dalla Bella Addormentata a Cappuccetto Rosso tutte hanno come simbolo il colore rosso. La simbologia legata alla mela rossa , manifesto in vero del melograno, presente ad esempio nella storia di Biancaneve rappresenta il passaggio alla fase della fertilità per la donna e la comparsa del mestruo che è rosso-sangue appunto. Come il mito di Persefone che soggiorna nel regno dei morti è la rappresentazione della donna che diventa fertile, nel mito sarà il melograno il simbolo che la costringerà al soggiorno nel regno dei morti. Ma il mito di Medusa si rivolge alla comparsa della fertilità, dove il rosso in tal caso è simbolo di vita, di fertilità e di rinascita.

ROSSO 2
ROSSO 1
ROSSO 4

Dalla fenice ai rituali sciamanici
Il rosso-simbolo del fuoco dello Spirito Santo inspira altresì il sapere e infonde la conoscenza sugli Apostoli, il colore del fuoco è simbolo della conoscenza, si pensi al mito di Promētheús che porta il fuoco agli uomini e alla mela dell’albero della conoscenza nell’Eden che è rossa come rosso è il Dio della Genesi denominato: Signore del Fuoco. Mosè lo vedrà come un albero ardente di un fuoco rosso e perpetuo . Il rosso è il colore che fortemente caratterizza la Cina e ampiamente presente nella sua mitologia. Huo- pu dai capelli e la barba rossi è il ministro del fuoco, questo è nondimeno rappresentato dall’Araba Fenice che rinasce dalle ceneri del proprio fuoco rosso, il cui precetto è Post Fata Resurgo dopo la morte torno ad alzarmi . Uno dei nomi greci per dire rosso infatti è φοινικοῦς, -ῆ, -οῦν Foinikus, simbolo dei seguaci del dio Sole che appunto rappresenta . La Fenice ha uno splendido piumaggio fatto da piume rosse nel corpo e penne rosee a ricoprire una parte della coda azzurra, le ali sono di porpora e oro come il collo nella sua rappresentazione iconica nell’immaginario del mito che la caratterizza . L’Araba Fenice simbolo della morte e risurrezione è associata altresì ad Osiride, alla figura di Gesù Cristo e allo Spirito Santo che è fuoco e luce simboleggiata dal rosso quale colore cerimoniale presente in numerose religioni . Il poeta e scrittore Dante Alighieri così la descriverà: […]che la fenice more e poi rinasce, quando al cinquecentesimo appressa erba ne biada in sua vita non pasce, ma sol d’incenso lacrima e d’amomo, e nardo e mirra son l’ultime fasce. (Inferno XXIV, 107-111). I rituali sciamanici magico-religiosi di molte culture hanno come fondamento la presenza del colore rosso; sono definiti sciamanici una serie di complessi rituali presenti in contesti culturali differenti tra loro, per cronologia e posizione geografica, caratterizzati una serie di tratti specifici rituali e simbolici comuni . In questi rituali il sangue ricopre un ruolo di notevole importanza, adoperato materialmente o con elementi sostitutivi che lo rappresentino attraverso ll suo colore che è rosso, riconducendo all’uso dell’ocra rossa . Diverse tradizioni sciamaniche, presentano il contatto con il sangue come scatenante della malattia iniziatica che si presenta a seguito di sintomi e fenomeni che svelandosi nella vita di un individuo senza alcun preavviso, ne fanno uno sciamano. Iniziazioni e riti di passaggio sono ovunque associati a isolamento e sofferenza, simbolo di morte e rinascita rituale. Lo sciamano che invita gli spiriti a nutrirsi del suo corpo e del suo sangue riconduce al legame che egli instaura con questi al momento dell’iniziazione. Il concetto di puro ed impuro è vitale in questo trauma iniziale del processo iniziatico e della successiva professione sciamanica, dove il sangue e la sua rappresentazione attraverso il colore rosso è una delle sostanze magiche per eccellenza . Questo colore legato agli sciamani lo si ritrova manifesto in alcuni canti turchi sud-siberiani il sangue ricorre sovente, recitano alcuni versi: nero lago formato dalle lacrime degli occhi, rosso lago formato dal sangue del petto . In base alla cultura Rong ad esempio il demone che infesta la casa è pregato ad allontanarsi invitandolo a bere il sangue rosso e mangiare la carne rossa per andar via e lasciar la casa libera. In Nepal tra i Tamang al termine di un rito in onore degli spiriti del clan un impasto di riso, carne e sangue di un gallo rosso sacrificato per l’occasione veniva offerto agli spiriti dei morti. Per i Dharmaphala nei rituali magici si esegue simbolicamente una offerta di sangue con una coppa riempita di un liquido colorato di rosso che lo rappresenta .

ROSSO 5

Biografia:
A.V. 2008. Esodo, Bibbia. Roma, Cei Edizione .
Nebesky-Wojkowitz, R. 1975. Oracles and demons of Tibet: The cult and iconography of the Tibetan protective deities. Graz,Akademische Druck-u Verlagsanstalt.
Marazzi, U. 1984. Testi dello sciamanismo, Torino,Utet.
Mastromattei, R. 1995. Tremore e potere Roma, Franco Angeli.
Propp W. J. 1976. Le Radici Storiche dei Racconti di Magia, Roma, Newton Compton.

ARTICOLI:
Foschi V. 2000. Il simbolismo del colore rosso. Titolo: Centro studi la runa Archivio di storia, tradizione, letteratura, filosofia.[Online], Available:
https://www.centrostudilaruna.it/simbolismodelrosso.html [Accessed 31.05.2013].

Nel Segno del design  

Nel Segno del design   Anna Luana Tallarita

NEL SEGNO DEL DESIGN 

Apporti di fantasia e intuizione dell’interpretazione della realtà 

Anna Luana TallaritaUNIDCOM/IADE-U

Riassunto

Questo articolo vuole, attraversando lo stato dell’arte del Segno,mostrare come ilDesigner, per mezzo della sua professione, possa lasciare la propria impronta nellasocietà. Grazie alla manipolazione della materia a seguito di un atto creativo, allacui base vi siano tutti i procedimenti: dall’intuizione, alla fantasia. Attività queste,chiaramente inserite entro il complesso universo delle capacità cognitive e sensoriali, che includendosi nell’atto percettivo, consentono al designer unapropria interpretazione della realtà. 

Attraverso gli organi sensoriali; aiutato dalla propria conoscenza, dalla memoria e dal ricordo. Dalla necessità di dare rispostaalla soluzione di un problema o altresì alla necessità di esprimere se stesso in quantoindividuo esistente. A conferma della propria presenza sulla condizione di pre-esistenza, e per tanto di non-essenza. L’agire pertanto nell’atto di manifestarsi inquanto volontà di potere: fare e creare, si palesa così attraverso l’atto creativo: lacreazione, l’oggetto di design.Parole chiaveSegno, Design, Potere, Percezione, Fantasia

 Abstract

This article, crossing state of the art, will demonstrate how the how the designer,through his profession, he can leave his mark on the society. With to themanipulation of matter as a result of a creative act, to whose base there are all the procedures related to intuition, and imagination.These activities are includedwithin the complex cognitive and sensorial universe. That they are in the act of perception, enable the designer own interpretation of reality. Through the organsof sense; aided by their knowledge, memory and remembrance. By the need to givean answer to the solution of a problem or also to the need to express himself, as anindividual who existent. In confirmation of its presence on the pre-existence, of non-essence. Acting in the act of manifest itself as the will to power: how to make andcreate, it is revealed through the creative act: the creation, the object of design.Key WordsSign, Design, Power, Perception, Fantasy.

info@annaluanatallarita.com

Anna Luana TallaritaIADE-U Av. Dom Carlos I, nº41200-649 Lisboa, Portugal

Temporalia… non cessant vos inflammare ventura, corrumpere venientia, torqueretranseuntia. Nonne ipsa sunt quae concupita inardescunt, adepta vilescunt, amissavanescunt ?

Le cose temporali sono oggetto di continua speranza, eppure le cosesperate v’ingannano ad ogni istante; non cessano d’infiammarvi, se previste; dicorrompervi, se presenti; di tormentarvi, se passano. Non sono appunto quelle chedesiderate si accendono, possedute perdono di valore, perdute si dileguano?

(S.Agostino, Serm. 157:5) .

IL SEGNO CHE LASCIA UN SEGNO

Il segno unisce convenzionalmente qualcosa con qualvoda altro.

Veste di significato un oggetto fatto a sua raffigurazione, rappresentandolo. Il soggetto che lo detienesi isola dalla massa, attraverso simboli e convenzioni che ne legittimano ladistinzione e la pertinenza ad uno spazio specifico. I segni sono dotati di unasignificazione simbolica determinante. Dove, come il segno, anche il simbolo è caratterizzato da qualcosa altro da sè e dalla sua natura. Un significato incluso nel segno, che è capace di rinviare ad una determinata realtà,decisa dalla ricomposizione di un intero. La sua parte più importante è il contenuto,che per essere interpretato si necessita di sapere in che modo si riferisca al suooggetto. La rappresentazione: è un processo che costruisce un interpretate definito come ground, attraverso un aspetto dell’oggetto esterno presente nel segno. Attuauno schema di risposta comportamentale cognitiva, rappresentante di uncontenuto che rinvia a un oggetto. Un Segno che attraverso un flusso cognitivo arriva a generare un interpretazione. 

Il cui potere è ben delineato entro gli studidella Semantica e della Semiotica. Il metodo semiotico studia il segno (Sassari,2001) e presenta un elemento definito significante di natura materiale.

Questo sirivela generatore di un fenomeno psichico collegatoa quello semiologico. Secondo elemento del segno che favorisce la significazione.La società organizza se stessa attorno ad un grande universo di segni. Da cui le comunicazionidegli esseri umani dipendono. Ne condividano l’essenza ne sostituiscono il potere,anelano alla sua interpretazione per la decodificazione della realtà, per ilraggiungimento del potere di comprensione e gestione dello spazio che occupano. Sia esso un luogo materiale entro cui i segni si manifestino, nel processo di interazione in cui siamo integrati e inseriti.

IL SIMBOLO

Il simbolo può essere usato come concetto universale per la trasmissione di qualcosa che va condiviso. Conducendo in sé una molteplicità di significati. Umberto Eco, lo intende come il segno toutcourt: convenzionale-arbitrario e caratterizzato da un senso indiretto e figurato.La funzione sociale delle configurazioni simboliche e del loro potere sichiarisce grazie all’interpretazione del simbolo-segno. Questo correlato all‘emittente e sostenuto dalla decisione del ricevente, è caratterizzato da uncontenuto indefinito, nonché legato al simbolo tramite un rapporto di analogia. Il simbolo di potere si configura come un segno analogicamente connesso aldenotato. Inserito in un contesto di credenze, di miti, di riti e di altri simboli da signifucazione dell’esistenza umana. La sua funzione è quella di determinare a priori il destino individuale e sociale, grazie alla subordinazione decisionale. Questo punto di vista può essere integrato dal potere del simbolo stesso.

I simboli di potere, infatti in base ad un criterio formale, sono come deisegni la cui esposizione è prescritta dalle azioni di imposizione compiute dai pubblicipoteri. Come altresì da consuetudini vigenti nella società. La scelta di un criterioformale, riferito a una disposizione normativa, rispondente a una consuetudinesociale atta a prescrivere l’esposizione del simbolo. Permette di superare leincertezze delle definizioni sulla sostanza stessa del simbolo. E sono relative allanatura e alle caratteristiche proprie della configurazione simbolica. I segni riferiticome simboli di potere corrispondono ai simboli politico-rappresentativi. Questisono distinti dai simboli discorsivi a carattere logico-gnoseologico.

 Tra le varieinterpretazioni del simbolo, la tesi decostruttivista gli rende quel significato che gliattribuisce l’osservatore. Per quella autoritaria il processo di significazione viene dalriconoscimento da parte dell’autorità pubblica competente e che si inseriscenell’area semantica della rappresentazione simbolica. Acquistano rilevanza i varisignificati riconducibili al simbolo, in base agli usi sociali oggettivamenteriscontrabili. Nel controllo di legittimità di una norma che prescriva l’obbligo diesposizione di un simbolo.

 I simboli di potere sono entità oggettive. Nel rappresentare i valori consentono dicogliere dei loro aspetti che sfuggono ad ulteriori mezzi di conoscenza.

 cfr. Eco Umberto(1997; 1984), Semiotica e filosofia del linguaggio, Torino G. Einaudi 206 ss.

 Ibid. cfr. Semiotica e filosofia del linguaggio

 V. Pacillo, Diritto, potere e simbolo religioso nella tradizione giuridica occidentale: brevi note amargine, in http://www.olir.it, dicembre 2004, 1. Sui rapporti tra diritto e «sfera della coscienza» cfr., pertutti, G. Di Cosimo, Coscienza e Costituzione. I limiti del diritto di fronte ai convincimenti interiori dellapersona, Milano 2000.

 cfr. M.G. Pelayo, Miti e simboli politici, trad. it. di L. D’Arcangelo, Torino

 Per la legislazione simbolica si veda cfr. ora M. Neves, Costituzionalizzazione simbolica edecostituzionalizzazione di fatto, trad. it. a cura di M. Carducci, Lecce 2004, 27 ss R. Bin, Atti normativie norme programmatiche, Milano 1988, 351 ss.; Id., Le potestà legislative regionali, dalla Bassaniniad oggi, in AA.VV., Le fonti del diritto regionale alla ricerca di una nuova identità, a cura di A. Ruggerie G. Silvestri, Milano 2001, 135 ss. cfr. A. Ruggeri, Quale Costituzione per l’Europa?, in Dir.pubbl.comp.eur.2004:162 s.

 Cfr., in tema, M. Manco, Il simbolo religioso sul corpo e V. Pacillo, Le mutilazioni religiosenell’ordinamento italiano, entrambi in AA.VV., I simboli religiosi tra diritto e culture, a cura di E. Dieni-A. Ferrari-V. Pacillo

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Roma e la storia dei suoi vicoli: raccontare via Giulia

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Di Al.Tallarita

Con una Roma silenziosa o pullulante di voci e di genti che tornano ..Oggi passeggiando guardavo Via Giulia.. quella che nel 1508 Papa Giulio II della Rovere decise di tracciare
Una linea lunga un chilometro, tra Ponte Sisto e Ponte Neroniano, di una zona che era solo campagna. Avrebbe voluto farla seguire oltre il Tevere, fino all’ospedale di Santo Spirito, ma così non fu. Venne incaricato un architetto, l’eccellente Donato Bramante, che progettò anche un edificio, il Palazzo dei Tribunali, per il potere amministrativo, forse l’opera più prestigiosa del Rinascimento, nel vicolo del Cefalo ..oggi ne possiamo vedere i basamenti. Resti di una creazione che non venne mai realizzata. Il Papa in questa via avrebbe voluto concentrare i tribunali, gli uffici notarili, i centri amministrativi. Poi la strada fu scelta per le residenze dei banchieri, delle botteghe dell’arte.
La sua prima parte, si chiama via della Mola dei fiorentini, perché c’era un mulino galleggiante, attaccato alla sponda del Tevere e lì, terminava la strada dalla chiesa di San Giovanni dei Fiorentini. Arriviamo a Piazza dell’Oro.
Tra Via del Consolato e via degli acciaioli si apre Vicolo dell’Oro, che trova il nome dalla zecca pontificia, abbiamo anche Via dei Cimatori, che deriva da un antico mestiere importato a Roma dai fiorentini, nella prima metà del cinquecento La cimatura, con la quale si tagliano i peli di lana, che sporgevano dal tessuto, molti gli edifici rinascimentali in questa zona. Andando più avanti per Via Giulia, arriviamo vicolo delle palle, il toponimo è dovuto al fatto che si svolgeva il gioco della palla. Un’antica leggenda racconta, che un giocatore colpì un immagine della Madonna sul muro, di un edificio, sotto l’occhio della Vergine, comparve un livido e al giocatore si paralizzò il braccio. Nel quartiere sì grido al miracolo e l’immagine divenne oggetto di venerazione, dopo 40 giorni di preghiere, il giocatore riacquistò l’uso del braccio. Poi l’immagine sacra, venne spostata. Dalla parte opposta di via Giulia, inizia Vicolo Orbitelli e il nome deriva dalla famiglia di un palazzo oggi scomparso, in cui abitò il Borromini.
Il Vicolo del Cefalo, in estate, era molto percorso dagli acquaioli, che andavano a prendere l’acqua al Tevere, definito ancora ‘biondo’, per venderla così ai Romani. Il suo nome deriva dalla storpiatura popolare del nome Ceuli. Lì era la famiglia omonima, che a metà del 500, acquistò Palazzo Sacchetti, che si affaccia sul vicolo.
E lì vicino, il Vicolo Sugarelli, il cui nome deriva da un commerciante di profumi. Andando avanti, c’è la chiesa di San Biagio della pagnotta, il cui nome deriva dai pani che venivano offerti ai fedeli, nel giorno del 13 febbraio, stradina che poi arriva all’incrocio con Via dei Bresciani. E che verso sinistra, fiancheggia la parte dietro del palazzo dell’ arciconfraternita del suffragio. Incrocio a Via del Gonfalone, il cui nome deriva dall’Arciconfraternita, già del 1264 dell’Ordine degli accomandanti, di Madonna Santa Maria.
Più avanti c’è il Vicolo della Scimia, il cui toponimo deriva dal l’insegna di un’antica osteria, che oggi non c’è più andato del vicolo un edificio le carceri nuove costituito per carcere di Tor di Nona tra il 1652 e il 1655 da lì si aprono, Vicolo delle Prigioni e Via delle Carceri, poi i lavori realizzati per la costruzione dei muraglioni del Tevere, cancellarono vie, piazze, edifici, chiese. Un esempio l’abbiamo con la chiesa di San Filippo Neri, poi abbandonata, rimasta la facciata settecentesca di Filippo raguzzini.
Nel 1936 un’altra chiesa che venne demolita, intitolata a San Nicola di Furcis, o degli Impiccati.
Il vicolo Della Moretta prende il nome da un insegna di un antica farmacia, dove c’era una donna di colore. Superata la chiesa dello Spirito Santo dei Napoletani, sulla destra c’è via di Sant’Eligio, Via Chiesa degli Orefici, un gioiello del Rinascimento, nata nel 1516 conclusa nel 1526, su disegno di Raffaello.
Vi sono inoltre la Chiesa di Santa Caterina della Rota e di San Girolamo della Carità. Prima di arrivare alla Chiesa di Santa Maria dell’orazione e morte all’inizio di via dei Farnesi. Si passa sotto l’arco farnesiano che univa Palazzo Farnese, ai giardini sul Tevere. E più avanti si arriva in Via del Mascherone. Che prende nome della Fontana omonima, realizzata sul disegno di Rainaldi, nel cinquecento. Alla fine vi sono Vicolo del Polverone e Vicolo dell’Arcaccio. Il nome del primo, viene dal fatto che pare che arrivasse fino a qui, la sabbia del Tevere con il vento. Infine questa affascinante Via, termina in Piazza Vincenzo Pallotti, che si chiamava un tempo Piazza del Fontanone. Molte le demolizioni, che hanno stravolto questa parte della via. E molte le case che lungo il Tevere non esistono più. poi il Fontanone è stato spostato dall’altra parte della riva, a Piazza Trilussa. La passeggiata per i vicoli di Roma oggi è finita qui.


#altallarita #arte #architettura #design #storia #antropologia #roma #viediroma

Storie e aneddoti:
Richter Morandi ” Scopri Roma I vicoli”, Polo Books

2016 Al Premio Elmo la potente voce di ANNA LUANA TALLARITA

 

Pubblicato daannaluanatallaritaPubblicato in:Uncategorized

Nella suggestiva cornice della cerimonia di premiazione, magistralmente condotta dalla giornalista di Sky Tg24 Manuela Iatì.


Il Premio, ispirato proprio all’elmo di San Teodoro, il santo patrono della città della Piana di Gioia Tauro, è stato conferito a giornalisti, artisti, associazioni, operatori culturali, impegnati a vario titolo in campo culturale e artistico. Volti noti e personalità importanti della scena nazionale, e non solo.


Per la categoria Artisti è stato premiato lo stilista Mario Costantino Triolo che il prossimo settembre sarà protagonista del White Fashion Show di Milano, e che nel mese di ottobre in un progetto promosso dall’’ICE, partirà per un tour internazionale a Shanghai, Seul e Dubai. Triolo ha portato, per l’occasione, a Rizziconi una delle sue creazioni: un fantastico abito che il pubblico ha potuto apprezzare dal vivo. 
Per la categoria Giornalisti/Scrittori, i Premi sono stati conferiti al giornalista siciliano Pino Finocchiaro redattore e conduttore di Rai News 24 e al giovane giornalista di origini calabresi, Marco Maisano, inviato de “Le Iene”. Il primo ha elogiato l’Associazione “Piazza Dalì” che mette in risalto gli aspetti positivi della Calabria, troppo spesso sottaciuti dai media. Maisano è stato invece contento di ritrovare i suoi luoghi d’infanzia; avendo avuto la possibilità di raccontare con il proprio lavoro i drammi che si perpetrano in Africa e Medio Oriente ha voluto divulgare un messaggio di speranza e al contempo di consapevolezza nei confronti dei popoli a noi “vicini”.


Per la categoria Promotori/Associazioni, l’Elmo di San Teodoro è stato consegnato al Crac, Centro di Ricerca per le Arti Contemporanee di Lamezia Terme e alla sua fondatrice Nicoletta Grasso, alla giornalista e critico letterario Cristina Marra e al Movimento culturale San Fantino.


Il Centro di Ricerca per le Arti Contemporanee sta diventando un punto di riferimento sempre più importante per gli artisti internazionali, grazie alle numerose iniziative che promuove. La reggina Cristina Marra organizza, promuove e presenta in tutt’Italia eventi culturali, manifestazioni e festival letterari. Il Movimento culturale San Fantino di Palmi rappresentato da Antonio Tedesco da oltre venti anni opera a sostegno di un luogo di grande importanza storica e religiosa che si trova a Taureana di Palmi.


Una escalation di emozioni, dunque, per l’evento organizzato dai soci di Piazza Dalì e dal presidente Gianmarco Pulimeni, impreziosita anche dalla musica e dalla potente voce dell’artista Anna Luana Tallarita premiata anche lei.


La serata si è conclusa in grande stile con Fabio Canino, presentatore televisivo, conduttore radiofonico, attore e scrittore che ha ricevuto il Premio Speciale 2016. L’artista toscano ha presentato nel corso della stessa serata, a Palazzo Arcuri, prima della cerimonia di consegna dei riconoscimenti, il suo libro “Rainbow Republic” in un’interessante e stimolante conversazione con il magistrato Antonio Salvati e il giornalista Rino Cardone – presidente della Giuria tecnica del Premio.


Tutte le arti si sono, dunque, ritrovate idealmente a Rizziconi per una sera, il Premio Elmo ha rappresentato ancora una volta un importante appuntamento per la Calabria, divenuto ormai unico sotto il profilo culturale e sociale.

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Le fotografie di Anna Luana Tallarita al Premio Elmo 

Gianmarco Pulimeni e la socia Lidia Coppola, hanno reso noti i vincitori di quest’anno per le varie categorie e illustrato le novità dell’edizione 2015.

La premiazione sarà il momento culminante della Settimana dell’Arte, che partirà il prossimo 28 luglio alle ore 21, con l’inaugurazione delle mostre a Palazzo Arcuri, arricchita dall’intervento musicale di Vincenzo Argirò, e vedrà la cittadina calabrese animarsi in un suggestivo itinerario artistico. Chiese, piazze, vicoli, ma anche negozi, saranno la sede per le esposizioni aperte al pubblico fino alla sera di venerdì 31 luglio, quando nella centralissima Piazza G. Marconi alle ore 21.30 si svolgerà la cerimonia di premiazione, condotta da Marina Malara.

A esporre l’artista Luigia Granata e un collettivo italo-portoghese di fotografi, composto da Anna Luana Tallarita, Margarida Cautela, André Picardo, insieme a Giovanni Longo e Giuseppe Lo Schiavo, due giovani calabresi di talento che si sono posti all’attenzione del panorama artistico internazionale e che sono stati scelti dalla Giuria tecnica, presieduta da Rino Cardone, aggiudicandosi il Premio Elmo 2015 per la categoria Artisti. 

Per la categoria Scrittori e giornalisti, il Premio sarà conferito al giornalista Paride Leporace, e allo scrittore Massimo Maugeri. Mentre per la categoria Fondazioni-Associazioni, l’Elmo di San Teodoro andrà all’Associazione Culturale messinese “La Zattera dell’Arte” e al Museo del Presente di Rende. Al giovane giornalista Angelo De Luca e a Dijana Pavlovic, attrice e attivista per i diritti umani, invece, i Premi speciali.

Una selezione di altissimo livello, quella della Giuria tecnica composta, tra gli altri, da Mariateresa Papale, giornalista e presidente di “Arte e Cultura a Taormina”, con la quale Piazza Dalì ha avviato un importante sodalizio, un ponte culturale tra le due terre, Calabria e Sicilia, ormai consolidato.